1965 – G. Dossetti. Per una chiesa eucaristica

0270 Dossetti - Per una Chiesa eucaristica

Giuseppe Dossetti, Per una «chiesa eucaristica»

Rilettura della portata dottrinale della Costituzione liturgica del Vaticano II, Lezioni del 1965
a cura di Giuseppe Alberigo e Giuseppe Ruggieri
Il Mulino, Bologna 2002

Indice

 
Introduzione, 11
PARTE PRIMA
Per una «chiesa eucaristica». Rilettura della portata dottrinale della costituzione conciliare De sacra liturgia  (Bologna 1965), di Giuseppe Dossetti, 19
  1. Una lettura analitica che prepari una lettura sistematica
Prima parte: Per una ermeneutica del Vaticano II, 20
  1. Una lettura a concilio concluso. – 3. La conclusione del concilio è una grazia nuova che completa e dà significato alle precedenti grazie. – 4. La conclusione segna l’inizio della fase di realizzazione. – 5. Attuazione e interpretazione accrescitiva. – 6. Prevedibilità di resistenze alla recezione del concilio. – 7. Le resistenze di vertice hanno avuto esito solo nel caso di una non precedente maturazione omogenea. – 8. Il retroterra delle decisioni conciliati è differenziato. – 9. Il ruolo «castale» degli artefici dei documenti: l’esempio della Mystici corporis. – 10. Un futuro maritainiano della recezione? – 11. Papa Giovanni sopravanza la conclusione del concilio. – 12. Il Vaticano II richiede una ermeneutica della qualificazione teologica nuova rispetto a quella dei precedenti concili che erano calibrati sulla condanna degli errori. – 13. Il rischio di una sopravvalutazione della Gaudium et spes rispetto alla costituzione liturgica e a quella sulla rivelazione.
Seconda parte: Linee per una ermeneutica della costituzione liturgica, 35
  1. De liturgia e De ecclesia: la struttura. – 15. La costituzione sulla liturgia è espressiva del concilio «giovanneo». – 16. L’immediatezza e la semplicità della Sacrosanctum concilium rispetto alla complessità della Lumen gentium. – 17.1. L’esempio del rapporto tra Gesù e la missione apostolica. – 17.2. L’esempio degli organi responsabili della liturgia. – 17.3. Confronto con la Mediator Dei. – 18. La linea unitaria della Sacrosanctum concilium deriva dalla sua concentrazione sul mistero pasquale.
Terza parte: Lettura analitica della Sacrosanctum concilium: i principi essenziali, 42
  1. Il proemio: i quattro scopi della costituzione ruotano attorno a quello ecumenico. – 20. Il concetto di liturgia: Sacrosanctum Concilium (§ 12) e Mediator Dei – 21. La genuina natura della chiesa. – 22. Gli effetti della liturgia. – 23. Rito romano e altri riti (§§ 3-4). – 24. Esordio: la storia della salvezza (§ 5). – 25. Cristologia ignaziana come punto di riferimento della chiesa e della liturgia. – 26. Fecondità di questa prospettiva. – 27. Pienezza dei tempi = pienezza del culto = perfecta placatio. – 28. L’apice del discorso: il mistero pasquale. – 29. Il debole parallelo nella Lumen gentium. – 30. Il contenuto della missione della chiesa: annuncio e potere di attuazione del mistero pasquale (§ 6). – 31. La centralità di battesimo ed eucarestia per la comprensione della chiesa: Sacrosanctum concilium e Lumen gentium. – 32. Le varie forme di presenza del Cristo nella liturgia (§ 7). – 33. L’eucarestia come azione sacra per eccellenza (§ 8). – 34. Un’ecclesiologia che, senza ignorare ogni altra attività ecclesiale, le ordina tuttavia all’eucarestia (§§ 9-10).
Quarta parte: Lettura analitica: applicazioni, 69
  1. Riepilogo delle linee essenziali. – 36. La preghiera del singolo: Sacrosanctum concilium (§ 12) e Mediator Dei. – 37. I pii esercizi: Sacrosanctum concilium (§ 13) e Mediator Dei. – 38. Una scelta istituzionale della Mediator Dei. – 39. La partecipazione attiva (§§ 11, 14 e 43). – 40. Criteri generali della riforma (§§ 14-20). – 41. Il ripensamento delle discipline teologiche in rapporto alla liturgia (§ 16). – 42. Immutabilità e mutabilità della liturgia secondo un criterio strettamente teologico (§§ 21 ss.). – 43. Il decentramento dell’autorità competente nella liturgia (§ 22). – 44. Il pluralismo. – 45. Il criterio della natura comunitaria della liturgia. – 46. Il criterio didattico. – 47. Il criterio del carattere «episcopale» della liturgia (§ 41). – 48. Concelebrazione e comunione sotto le due specie. – 49. Elenco delle omissioni. – 50. Sintesi conclusiva.
Excursus. Sul carattere didattico della liturgia, 107
PARTE SECONDA
Al centro della «storia, quella vera, non curiosa», di Giuseppe Ruggieri, 113
Giuseppe Dossetti al concilio Vaticano II, di Giuseppe Alberigo, 139