2011 – G. Forcesi, Il Vaticano II a Bologna. La riforma conciliare nella città di Lercaro e Dossetti

2011 Forcesi Vaticano II a Bologna

Giampiero Forcesi, Il Vaticano II a Bologna. La riforma conciliare nella città di Lercaro e Dossetti

edizione a cura di Enrico Galavotti e Giovanni Turbanti
Il Mulino, Bologna 2011

Indice

Abbreviazioni e sigle, 13
Premessa, di Giampiero Forcesi, 15
Introduzione, di Giovanni Turbanti, 19
Giampiero Forcesi
Il Vaticano II a Bologna. Lercaro, Dossetti e la riforma conciliare nella dinamica di una città e di una chiesa locale
Nota introduttiva, 39
Parte prima: Le due anime dell’azione pastorale di Lercaro negli anni ’50 (1952-1959)
I. Spiritualità liturgica e integrismo nel primo quinquennio di episcopato bolognese (1952-1957) 53
1. La messa, come assemblea del popolo di Dio, 53
1.1. La formazione liturgica di Lercaro, 53
1.2. La situazione liturgica a Bologna e l’iniziativa di Lercaro, 54
1.3. E lementi di una nuova coscienza ecclesiale incentrata sull’assemblea eucaristica, 56
2. Il progetto pastorale: rifare cristiana Bologna, 59
2.1. Il contesto culturale e sociale, 59
2.2. C ostruzione e lotta, due vie per la conquista cristiana della città, 61
2.3. Le missioni al popolo e i frati volanti, tra evangelizzazione e lotta politica, 63
2.4. L’Ufficio tecnico arcivescovile, laici e preti «uniti per ridare a Bologna il suo volto cristiano e petroniano», 64
3. Dai problemi delle chiese di periferia all’impegno per una espressione più sincera e più comunitaria della fede, 66
3.1. La questione delle nuove chiese, 66
3.2. Il Congresso di architettura sacra, 68
3.3. Parrocchia e quartiere: un aspetto del problema, 71
3.4. La vicenda «nuove chiese» e l’apporto di energie laicali, 72
4. L’alternativa cristiana e il nodo dell’integralismo, 74
4.1. Premessa, 74
4.2. La «crisi totale» dell’occidente. Un’interpretazione di Pio XII, 76
4.3. Il rapporto fra Lercaro e Dossetti, 78
4.4. Di fronte ai lavoratori; di fronte ai poveri, 80
4.5. La difficile identità di un vescovo: tra profezia e potere politico, 84
4.6. La fede e il mondo. Problema dei laici, problema della chiesa, 87
4.7. Una critica all’umanesimo cristiano. Lercaro e Dossetti, 89
4.8. D i fronte alle accuse di ingerenza della chiesa, 93
5. I laici nella chiesa, 95
II. Rinnovamento ecclesiale e diffidenza per la laicità, 101
1. L’arcidiocesi va a scuola di economia, storia e sociologia, 102
2. La comunità rimessa alla scuola della parola di Dio, 106
3. Verso una chiesa unita attorno al vescovo, 109
3.1. Rimproveri e suggerimenti all’associazionismo laicale, 109
3.2. Centralità della gerarchia nell’azione ecclesiale, 111
4. Le nuove chiese e l’esigenza del sacro, 114
4.1. I contatti del gruppo bolognese con l’estero, 114
4.2. Il sacro e il profano, 116
4.3. La consacrazione dell’Italia a Maria, 118
5. Tolleranza e intolleranza: un vescovo tra due fuochi, 120
5.1. Lercaro intollerante?, 120
5.2. La riflessione sulla tolleranza. Verso un sì pieno alla libertà di coscienza, 122
5.3. Contro la stampa laica e per il rinnovamento de «L’Avvenire d’Italia», 124
6. Laicizzazione dell’Occidente e azione della Chiesa, 127
6.1. Le vie della cristianizzazione, 127
6.2. L’azione educativa della liturgia, 132
6.3. Chiesa e società civile. L’opzione per lo stato cattolico e l’istanza di giustizia sociale, 133
7. Il parere di Lercaro sul concilio, 136
Parte seconda: Al bivio tra approfondimento spirituale e dottrina sociale (1960-1961)
III. I riferimenti alla liturgia nel corso del biennio, 149
1. La chiesa come comunità, 149
2. Liturgia e dottrina sociale, 150
3. Liturgia e azione sociale, 151
4. Liturgia e mistero della chiesa, 153
5. Liturgia e pessimismo sul mondo, 155
IV. La centralità del vescovo e la natura della chiesa locale, 159
V. Giudizi sulla crisi morale del mondo odierno. Un provvidenziale rimprovero di papa Giovanni, 163
VI. Di fronte al concilio, 167
VII. Il piano pastorale all’inizio degli anni ’60, 171
1. Il primo momento: una comunità cristiana fedele che reagisce allo spirito del mondo, 171
2. I dati dell’inchiesta del 1959 sulla situazione religiosa a Bologna, 172
3.. Dall’inchiesta al piano pastorale, 173
VIII. Questione sociale e questione comunista, 177
1. La relazione di Lercaro per la Cei (novembre 1960), 178
1.1. C onnessioni tra problema religioso e problema politico, 178
1.2. C ontenuti dell’azione pastorale, 180
1.3. Lo spirito dell’azione pastorale, 183
2. Il problema del comunismo al Piccolo sinodo del 1961, 184
3. La riflessione sulla povertà, 186
4. La pastorale del lavoro, 188
5. Interpretazione pastorale della condanna del comunismo, 190
6. Lercaro e la Mater et magistra, 193
7. Riflessioni conclusive sull’insegnamento sociale della chiesa, 195
IX. Verso un ruolo più attivo del laicato, 201
1. Una visione ancora riduttiva dei compiti laicali nella chiesa, 202
2. Una prospettiva nuova ma isolata: la mediazione laicale tra vescovo e comunità, tra chiesa e mondo, 206
3. Individualismo e coscienza individuale, 209
4. Una più meditata esposizione della teologia del laicato, 211
5. Ruolo di alcuni centri laicali, 213
5.1. L’équipe delle Nuove chiese, 214
5.2. Il Centro di documentazione, 215
5.3. «L’Avvenire d’Italia», 217
5.4. L’Azione cattolica, 218
Parte terza: Dalla cristianità alla chiesa-eucarestia. il passaggio decisivo (1962-1963)
X. La chiesa di bologna alla vigilia del concilio (gennaio-ottobre 1962), 227
1. Motivi emergenti nei contatti di Lercaro con la diocesi, 227
1.1. Piccolo sinodo 1962: l’ultimo, vibrante appello alla dottrina sociale cristiana, 227
1.2. Una severa spiritualità liturgica per sapersi aprire ai problemi del mondo, 229
1.3. Risalire alla chiesa primitiva per scoprire il senso della chiesa locale e del mistero del vescovo, 230
1.4. Le aspettative di Lercaro alla vigilia del concilio, 232
2. L’attuazione della pastorale liturgica nella missione diocesana sulla messa, 236
3. «L’Avvenire d’Italia»: una scelta di campo, 239
XI. Il primo periodo conciliare. La chiesa e la povertà, 243
1. Lercaro, punto di riferimento per i vescovi non italiani, 243
2. «L’avvocato della chiesa dei poveri», 245
3. Di ritorno dal concilio. Conferma e purificazione della sua ansia pastorale e missionaria, 249
XII. Tra il primo e il secondo periodo conciliare. Verso l’uscita effettiva dall’integrismo e dal temporalismo (dicembre 1962-settembre 1963), 253
1. Un cristianesimo integrale, non integrista, 253
1.1. La chiesa primitiva, punto di riferimento essenziale per il cristianesimo contemporaneo, 253
1.2. Un forte senso di Dio per aiutare il mondo, 256
2. Il nodo laicale nel 1963, 259
2.1. Il Piccolo sinodo sull’apostolato dei laici, 259
2.2. Le «alternative illogiche». L’Azione cattolica e le elezioni politiche dell’aprile 1963, 263
2.3. Il bilancio di un anno e le nuove prospettive, 266
XIII. Il secondo periodo conciliare. La chiesa e l’eucarestia, 269
1. Il prezioso apporto di Dossetti e del Centro di documentazione, 269
2. La chiesa come assemblea eucaristica, forza dinamica, martirio e diaconia, 270
3. La critica alla curia romana e la prospettiva della collegialità episcopale, 272
4. La prospettiva aperta dal concilio: una chiesa universale che cresce nella realtà dei diversi popoli, 274
5. In margine al secondo periodo: Lercaro e il tema del laicato, 276
Parte quarta: Primi lineamenti di una proposta ecclesiale radicalmente rinnovata (1964-1965)
XIV. 1964. La radicalizzazione del pensiero ecclesiologico e teologico, 287
1. Una diocesi che incalza il concilio, 287
1.1. Una più piena traduzione dello spirito della liturgia in orientamenti ecclesiologici e pastorali. 287
1.2. Il rinnovamento del clero. 290
2. La chiesa bolognese e i quartieri. 293
3. Lercaro in Oriente e la nuova prospettiva ecclesiologica. 297
4. Lercaro e la svolta della chiesa nei rapporti con la comunità umana. Riflessioni «minori» tra secondo e terzo periodo. 301
5. Il terzo periodo conciliare: nuova ecclesiologia e riforma della chiesa. 305
5.1. Ricondurre tutto il lavoro conciliare alla nuova concezione ecclesiologica. 306
5.2. Riformare il sistema culturale della chiesa. 308
5.3. Elementi di continuità e di discontinuità con la riflessione precedente. 311
5.4. Note in margine al terzo periodo. 313
5.5. Novembre 1964. Lercaro e la chiesa locale. 315
6. Temi e problemi della diocesi alla fine del 1964. 320
6.1. Povertà, apertura al sociale, impegno politico. 320
6.2. La discussione conciliare sull’apostolato dei laici. 322
XV. 1965: la chiesa in stato di servizio. 325
1. Lercaro e l’eredità di papa Giovanni. 325
2. Impegni e difficoltà diocesani tra la terza e la quarta sessione. 331
2.1. Poteri e popolo nella chiesa. 332
2.2. Rivalorizzazione della dimensione soggettiva. 334
2.3. Prima fase di applicazione della riforma liturgica. 334
2.4. Le difficoltà del passaggio dalla messa all’impegno sociale. 336
2.5. Un momento felice, ma non senza contrasti, per «L’Avvenire d’Italia». 338
3. Un nodo imprevisto e complesso: Gioventù studentesca di don Giussani. 340
4. Il radicalismo biblico per giudicare il mondo. Lercaro, sullo «schema XIII», tra Dossetti e Montini. 348
5. Attuare il concilio «senza remore e compromessi». 356
5.1. La nuova missione diocesana: le direttive di Lercaro. 357
5.2. Il discorso di s. Petronio: Bologna ha già iniziato a vivere il Vaticano II. 359
5.2.1. Cattolici, voto e coscienza. 362
5.3. Il discorso del ritorno. Fare una chiesa autenticamente cattolica, povera, a servizio del mondo. 363
Parte quinta: Il progetto di riforma e di valorizzazione della chiesa locale (1966-1968)
XVI. L’inizio del postconcilio bolognese: un avvio cauto (gennaio-settembre 1966). 375
1. Il rapporto chiesa-mondo in una riflessione di Lercaro del gennaio 1966. 375
2. Aspetti concreti dell’«aggiornamento» nelle indicazioni di Lercaro per la vita diocesana. 379
2.1. Impegno ecumenico. 380
2.2. Visite pastorali. 381
2.3. C on i cappellani del lavoro. 382
2.4. Sulla politica. 384
2.5. L’aggiornamento della pastorale verso il comunismo. 386
2.6. L’aggiornamento culturale, l’insegnamento religioso, la catechesi. 388
2.7. L’altare del vescovo, la liturgia, la comunità cristiana, la carità: elementi di predicazione. 391
2.8. Unità del popolo di Dio. Linee di rinnovamento dell’Azione cattolica bolognese e prospettive per il laicato. 394
2.9. L’attenzione di «Testimonianze» alle prospettive aperte da Lercaro. 396
XVII. L’avvio delle riforme conciliari e le tensioni ecclesiali (settembre 1966-luglio 1967). 399
1. Il rilancio dell’azione pastorale di Lercaro. I dieci «gruppi di studio» per la riforma della diocesi. 399
1.1. Le dimissioni e la scelta del coadiutore. 399
1.2. La formazione dei «dieci gruppi». 400
1.3. Le altre iniziative pastorali. 403
2. La riflessione di Dossetti sui limiti del concilio. 405
2.1. Sacrosanctum concilium. 407
2.2. Dei verbum. 408
2.3. Lumen gentium. 408
2.4. Gaudium et spes. 415
3. La crisi de «L’Avvenire d’Italia». 417
3.1. C risi finanziaria, crisi di fiducia, progetto del quotidiano unico nazionale. 418
3.2. La stretta dell’autunno 1966. L’insoddisfazione di Paolo VI. 422
4. Lercaro, la chiesa bolognese e il potere politico. 427
5. La chiesa di Bologna, laboratorio di riforma ecclesiale. 434
5.1. Le idee-base dei dieci gruppi di studio bolognesi nella relazione di Pedrazzi ai laureati cattolici, 436
5.2. Il rapporto tra chiesa e cultura nelle proposte del Centro di documentazione alla Cei, 440
5.3. Popolo di Dio e chiesa locale. Il convegno di «Testimonianze » a Bologna, 447
6. Gli attacchi a Lercaro per la riforma liturgica e l’ostilità curiale, 457
7. Un segnale d’allarme: la sconfitta de «L’Avvenire d’Italia», 463
7.1. La «linea religiosa» del quotidiano bolognese, 464
7.2. L’ultima fase. Lercaro scrive a Paolo VI, 467
7.3. Un confronto mancato, 470
7.4. Tra due «scelte religiose»: quella montiniana e quella bolognese, 472
8. La «violenza apostolica» per rinnovare la chiesa. La straordinaria commemorazione di San Domenico, 475
9. Lercaro e il problema della pace, 478
10. La riforma diocesana sotto scacco, 480
10.1. Premessa, 480
10.2. Le prospettive delle relazioni dei dieci gruppi, 484
10.3. Le relazioni di sintesi di Angelina Alberigo e Luigi Pedrazzi, 486
XVI. L’incompiutezza di un’esperienza ecclesiale carica di promesse (luglio 1967-febbraio 1968), 503
1. Bologna accoglie mons. Poma, arcivescovo coadiutore, 503
2. Ancora un gruppo di studio per rinnovare le strutture dell’Azione cattolica diocesana, 507
3. Il Congresso eucaristico diocesano sulla pastorale delle vocazioni: un segno rilevante del cammino peculiare della chiesa di Bologna, 509
4. La ripresa del progetto di riforma, 513
5. Post-concilio e secolarizzazione. Il convegno bolognese su «Spiritualità e cultura nella civiltà in divenire», 516
6. Sulla pace e la guerra non si può essere neutrali, 518
7. La destituzione, 524
7.1. Gli avvenimenti e le reazioni, 524
7.2. Obiettivi ed esiti della rimozione, 529
XIX. Osservazioni conclusive, 533
Nota bibliografica, 543
Aggiornamento bibliografico, a cura di Enrico Galavotti, 549
Indice dei nomi, 555