Graziano Galassi

Graziano Galassi, insegnante di diritto presso l’Istituto Tecnico Commerciale “A. Paradisi” (Vignola, BO) racconta una iniziativa della sua scuola nel 50° Anniversario della liberazione e allega il testo che Dossetti inviò ai suoi studenti.

“Carissimi…”: una lettera di Dossetti per i giovani

 

Nella primavera del 1995, in occasione del 50° Anniversario della liberazione, l’Istituto Tecnico Commerciale “A. Paradisi” organizzò una serie di iniziative che comprendevano, tra l’altro, l’elaborazione e la diffusione di alcune pubblicazioni sui temi della guerra, della Resistenza e della Costituzione

In veste di insegnante di diritto fui incaricato di occuparmi degli aspetti giuridico istituzionali inerenti la Costituzione; ne scaturì una pubblicazione dal titolo La Costituzione e le vicende politico istituzionali italiane dal 1945 al 1994

Ritenni naturale informare Don Giuseppe Dossetti dell’iniziativa della mia scuola e del dibattito che si era sviluppato tra i miei studenti invitandolo a Vignola per parlare ai ragazzi dei Comitati per la difesa della Costituzione. Questa fu una delle lettere di risposta che ricevetti, indirizzata direttamente ad una delle mie classi: la sua attualità è disarmante

Ora, a dieci anni di distanza, con molto affetto e riconoscenza, vorrei renderla pubblica permettendomi di reindirizzarla a tutti i ragazzi e le ragazze che avranno la voglia e la possibilità di leggere queste pagine

Ricorderei infine che all’epoca il governo di centro destra proponeva la modifica dell’art 138 della Costituzione; tale articolo prevede i meccanismi procedurali che è necessario seguire per modificare la Costituzione stessa che, comunque, deve rimanere irreformabile in determinati principi e parti; il centro destra proponeva invece in toto l’adozione di una nuova Costituzione, che sarebbe tra l’altro stata adottata da una maggioranza eletta con un sistema maggioritario e non proporzionale e quindi meno rappresentativo dell’intera volontà popolare (a differenza di quanto avviene di regola per le Assemblee Costituenti), da sottoporre successivamente ad un referendum/plebiscito generale di approvazione.

Come è noto tale ipotesi non ebbe esito, ma, pur nel rispetto formale del meccanismo procedurale dell’art. 138, la modifica della Costituzione che oggi propone il Centro destra presenta i caratteri di una radicale modifica che non potrà essere impedita che con l’ultimo strumento giuridico possibile: un referendum popolare, come previsto dallo stesso art. 138, relativo solamente agli articoli di cui si chiede la modifica. Non è a questo referendum che Dossetti si riferisce nella lettera che segue, ma al referendum/plebiscito su un intero nuovo testo costituzionale ventilato, e mai realizzato. Egualmente illuminanti ora, come allora, sono le sue considerazioni

“Carissimi, oltre alla lettera che ho scritto per il vostro caro prof. Galassi, che spero vi legga, aggiungo una riga di risposta al quesito specifico che ha diviso le vostre opinioni

Veramente ho già parlato di questo, con spiegazioni meditate e approfondite, nei miei vari interventi pubblici. Solo, aggiungo per voi (dando per scontato quello che ho già detto e scritto in altre sedi, che il Prof. Galassi vi può fornire) uno spunto di riflessione: non intendo certamente influenzare quello che deve essere un libero pensiero, ma solo, da 81vecchio che ha vissuto il travaglio italiano dell’ultimo secolo, vi esprimo qualche elemento di cui potete tenere conto nel vostro dibattito

– C’è una parte della Costituzione che può, a mio parere, dirsi irreformabile, in quanto esprime una concezione dell’uomo e della collettività che è una conquista (o una Rivelazione?) di tutta la storia e il travaglio dell’umanità dal principio. Questa parte ha un valore transtemporale, al di là della storia e delle necessarie riforme degli Istituti concernenti il vivere civile

– Per la parte che può essere modificabile, o che può essere modificata in base alle mutazioni storiche in corso: a) bisogna tenere conto che gli equilibri delicatissimi di una Costituzione devono essere riformati in modo organico, essendo tutti collegati fra loro ed equilibrantisi a vicenda. Non si può trattare quindi di riforme sporadiche, avventuriere, come da ‘apprendisti stregoni’ che rischiano, anche in buona fede, di provocare conseguenze gravissime non previste, ma prevedibili da menti più competenti, esperte e preparate

b) bisogna tenere conto che, pur essendo il referendum un istituto di democrazia diretta, la preparazione media del popolo intero può non essere in grado di affrontare questioni costituzionali, che richiedono una conoscenza storica e una preparazione scientifica molto grande; oltre alla capacità di un confronto, sì, con le altre Costituzioni degli Stati democratici (europei e non), ma anche sapendo incarnare tutte le teorie e le conoscenze in una visione realistica delle attitudini, possibilità, formazione e condizione dell’Italia intera

Il referendum può avere il rischio di far fare al popolo delle scelte libere, sì, ma che poi lo portano dove non vorrebbe e dove non si era immaginato di andare. Questo nel migliore dei casi

Pensando alla nostra situazione italiana attuale, dove l’informazione e l’opinione è dominata dall’influenza dei media – soprattutto dalla televisione – i quali media sono in mano, per una percentuale altissima, a un’unica persona, mi chiedo se alla fine questi referendum non si possano troppo facilmente tramutare in plebisciti, cioè consensi emotivi e non ragionati a una personalità che riesce a conquistare la fiducia delle masse più sprovvedute. Come fece appunto Mussolini, che riuscì persino, alla fine, a trascinarci in un conflitto mondiale, folle e spaventoso

Con queste poche riflessioni vi devo ora lasciare, miei cari, chiedendovi veramente perdono per non avere potuto, con altrettanto affetto ed entusiasmo, rispondervi affermativamente per un incontro dal vivo

 Cordialmente vostro Giuseppe Dossetti